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Congresso nazionale Bologna. Associazione dei Lucani.

Quando incontrai ad Aliano un forestiero occasionale che si era spinto fino ai confini misteriosi di un fumoso mezzogiorno, notai subito il suo interesse fuori dal comune per la nostra terra. L’amore per quei pochi sassi spaccati accumulati ai margini dei burroni. “Vedi” gli dissi “Laggiù in fondo è la casa dei miei nonni…me la ricordo bene…era piene di crepe e nelle crepe giocavo con le lucertole”. Guardò laggiù in fondo, una distesa immensa, splendidamente luminosa. Aveva ingoiato case, strade, alberi e capre. Sotto i rami gialli delle ginestre c’ erano le case dei nostri antenati, quelli che oggi sono emigrati a New York e a Buenos Aires. Il forestiero fu molto colpito dal mio paese, dai suoi abitanti che convivono con quei maledetti burroni grigi,  dal nostro antico centro storico, dalle nostre case con gli occhi, dai vecchi frantoi abbandonati, dalle grotte umide con le sedie impagliate e le pannocchie appese ai muri. Dalle ghirlande di peperoni rossi sanguinanti sulla calce bianca delle case. Dalle nostre anziane vestite di nero e dai somari che si abbeverano ai piedi della statua di Padre Pio. Fu colpito dalla fossa del Bersagliere dove fu gettata una guardia nazionale rapita dai briganti e dall’atmosfera autentica di un borgo che miracolosamente ha mantenuto la sua autenticità. Solo allora, quasi destandomi da un torpore candido che aveva pervaso la mia giovinezza e tutto il periodo della mia vita professionale, mi resi conto dell’immenso valore sociale e testimoniale rappresentato da quel brandello di terra lucana; e solo allora, con l’aiuto di una amministrazione sensibile ed efficiente abbiamo iniziato la nostra grande avventura con l’impegno di valorizzare e riscattare il nostro territorio e con l’orgoglio di esserci riusciti. Oggi Aliano è un Comune in fermento: cantieri dappertutto, insegne turistiche, visitatori forestieri che si aggirano tra vicoli misteriosi. Chi giunge ad Aliano prova sempre la sensazione di trovarsi immerso in un grande palcoscenico dove le comparse sono gli Alianesi stessi: Peppinuzz, Sassone, O’Mutarell, Cassarmonica,  Z’;M’gucc,  Frascarola, Sisina,  Z’Ida sono attori o sono cittadini alianesi?

Con la riscoperta del teatro nei giovani, le settimane di scrittura creativa, le estemporanee di pittura, i Viaggi sentimentali  abbiamo dato un impulso imprevedibile a tutti, dai più giovani ai più anziani, abbiamo saputo stimolare in ciascuno la consapevolezza dei valori delle tradizioni e l’amore per la propria terra. Poco a poco stiamo raccogliendo frutti importanti, incominciando proprio dalle pietre. Da quella maledetta polvere che ogni giorno gli alianesi calpestano per andare nei campi o giù in città. Abbiamo dato impulso  ai valori estetici dei luoghi leviani, alle suggestioni magiche  e mitiche che scaturiscono dalla lettura del territorio ed al recupero e salvaguardia dell’emozionante centro storico di Aliano. Abbiamo avuto il coraggio, spesso inusuale, di avviare una delicata e faticosa fase di recupero dei valori simbolici e tradizionali della nostra terra lucana. In Aliano, le forme di aggregazione spontanea, oggi diremmo abusive, nascevano sulla parte più alta e dominante del territorio per essere più facilmente difese dai predoni.

L’intervento umano sembrava quasi inesistente tanto impastate apparivano le rocce, le terre, i coppi, le pietre e le edere che le adornavano Non è possibile che i centri antichi debbano essere conservati per la loro contemplazione. Né è possibile che il restauro delle antiche residenza debba considerarsi fine a se stesso per il solo fatto che dalle casse regionali siano stati emanati  finanziamenti per il recupero. Nell’ambito del restauro di alcuni brandelli del nostro centro storico abbiamo dato l’avvio ad un progetto pilota che, pur nella sua scarna semplicità, costituisce per noi un alto motivo di orgoglio. Il giovane “Franceschiello”, disoccupato ma con una immensa voglia di fare è stato aiutato dall’amministrazione ad acquistare alcuni locali costruiti con la pietra e posti in sicurezza sul palcoscenico esclusivo dei calanchi. Ha lavorato con le sue mani sotto la guida del padre, ha impastato la calce durante la notte al lume delle torce. Ha costruito il forno ed oggi richiama giovani da tutto il circondario e serve pizze e focacce sugli spalti del teatro allestiti con gazebo ed ombrelloni. Altre molteplici strutture di antiche case costruite con blocchi di paglia e terra cruda sono state ristrutturate con spirito filologico adottando materiali e prodotti originali. Sta rinascendo all’interno della nostra comunità, l’antico borgo in cui le case, le scale e le botteghe si riappropriano di tutti i valori culturali, sociali ed aggregativi  per porli a disposizione del turista. In tal senso, l’ospite che sceglie di trattenersi per un  certo periodo nella nostra comunità deve poter gustare la immersione totale in un ambiente autentico e vivo, senza mistificazioni né artifici tecnologici. Le abitazioni della popolazione locale coesistono con gli appartamenti per gli ospiti, con le camere singole o doppie, con le botteghe al piano terra e con il negozio di frutta all’angolo del vicolo. E proprio dal Parco Letterario® traggono origine i nostri ambiziosi programmi. Da un Parco che affonda le sue origini all’epoca del confino politico di Carlo Levi nelle nostre assolate colline dove Cristo non è mai potuto giungere perché la civiltà negli anni 30 si arrestava inesorabilmente ad Eboli. Tutti i programmi politici e sociali della nostra amministrazione sono tesi a valorizzare il nostro tessuto urbano, il nostro ambiente incontaminato, i nostri panorami sfumati sulle creste frastagliate dei calanchi, la nostra tradizione gastronomica che poco a poco si è imposta affacciandosi a confini lontani. Sono studiati infine per esaltare la nostra ospitalità proverbiale che ha emozionato tanti forestieri e che continua con successo ad accogliere turisti e curiosi che ci lasciano salutandoci dai bus con gli occhi pieni di lacrime. Spero proprio di aver suscitato un labile interesse tra le persone sensibili che in questa occasione vorrei invitare ed accogliere nel paese che mi ha adottato.

9 settembre 2011

Lodovico Alessandri

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